Rigassificatore API: la Regione Marche è irresponsabile a stipulare un nuovo Accordo per un altro impianto a rischio di incidente rilevante quando dopo 8 anni non ha ancora stipulato quello con lo Stato che interessa la sicurezza di lavoratori e cittadini per gli impianti esistenti

Scritto il 5 Luglio 2011 
Pubblicato su Comunicati Lista Cittadini, Energia e Ambiente

La Regione Marche si sta apprestando a ratificare la costruzione di un altro impianto a rischio di incidente rilevante (terminal offshore di rigassificazione di GNL) chiesto dal gruppo petrolifero API (API Nòva Energia) a 13 km da Ancona e 16 km da Falconara M.ma.

Fino ad oggi qual è stata la capacità della Regione Marche di controllare ed eventualmente sanzionare la raffineria di petrolio API, industria a rischio di incidente rilevante?

Per dare una risposta a questa domanda non ci si può affidare ai “sentito dire”, si deve essere certi delle circostanze. Pertanto, per rispondere alla domanda ci baseremo su pura documentazione che alleghiamo a margine di questa nota.

Sulle prime due circostanze di cui diamo conto, le informazioni provengono direttamente dalla Società petrolifera API, e cioè dal Prospetto Informativo relativo all’Offerta Pubblica di vendita e sottoscrizione e all’ammissione alle negoziazioni sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito dalla Borsa Italiana S.p.A. delle azioni ordinarie di “api” – anonima petroli italiana S.p.A. reperibile anche su internet alla pagina

http://files.meetup.com/206933/API%20%20S.p.A.%20%20-%20%20IL%20%20PROSPETTO%20INFORMATIVO.pdf

( 1 )

A pag. 190 del succitato Prospetto Informativo, si legge che il 21 Settembre 2005 API raffineria riconosce di aver omesso di comunicare (art. 7 del DM 401/99) la rottura di un oleodotto e il versamento di prodotto idrocarburico. Solo successivamente API ha comunicato agli Enti di Controllo le modalità del suo intervento … Ipoteticamente, nel lasso di tempo (giorni) intercorso tra l’incidente e la comunicazione, la Società avrebbe potuto aggiustare il tutto per sminuire l’accaduto.

Comunque, non ci risulta, come scrive API, che siano scattati provvedimenti …

Pertanto le domande che ci si pongono con urgenza sono:

A)    gli Enti di Controllo hanno relazionato al fine della applicazione dei provvedimenti (amministrativi o penali) per la violazione dell’art. 7 del DM 401/99?

 

B)    Se gli Enti di Controllo hanno relazionato come mai la Regione Marche non ha applicato i provvedimenti previsti per Legge e quanto previsto nel Decreto di Concessione 2003?  

Nel link lo stralcio del documento tratto dal sopraccitato Prospetto Informativo fuoriuscita petrolio oleodotto 2005

( 2 )

A pag 188 del succitato Prospetto Informativo è scritto che “nel febbraio 2006, api raffineria ha rilevato alcuni superamenti dei limiti emissivi prescritti per valore di concentrazione di CO2 (ndr: in realtà, per un refuso, dovrebbe essere SO2) A seguito dell’evento, non è stata ricevuta alcuna notifica né alcuna prescrizione da parte delle Autorità. L’Emittente, comunque, ha prontamente fornito all’ARPA e agli Enti locali una dettagliata relazione di quanto accaduto. Secondo la previsione dell’articolo 10 del D.P.R. 203/88 il superamento dei livelli di emissione potrebbe comportare la combinatoria di sanzioni in dipendenza della gravità delle infrazioni accertate (…)

Come documentiamo in questi link i livelli di SO2 furono allarmanti il 1/2/2006 e il Comune di Falconara segnalò l’accaduto anche sulla stampa il 6/2/2006. livelli SO2 del 1.2.2006 validati da centraline provincia

dal Corriere Adriatico

Non ci risulta, come scrive API, che siano scattati provvedimenti … Vorremmo essere smentiti!

Anche in questo caso le domande che si pongono con urgenza sono:

A)    L’ARPA Marche ha relazionato al fine della applicazione delle sanzioni previste dal  D.P.R. 203/88?

 

B)    Se l’ARPA Marche ha relazionato come mai risulterebbe che la Regione Marche non ha applicato i provvedimenti previsti per Legge e quanto previsto nel Decreto di Concessione 2003 né quanto previsto dal D.P.R. 203/88?  

Nel link lo stralcio del documento tratto dal sopraccitato Prospetto Informativo superamento SO2 febbraio 2006

( 3 )

C’è un procedimento penale ancora aperto in cui i cittadini di Falconara Marittima – con i loro Comitati – sono parte lesa. Esso riguarda l’esistenza o meno dell’alimentazione del sistema di sicurezza elettrico cosiddetto “in isola” dichiarato da API raffineria nel suo Rapporto di Sicurezza  2000, sistema che permetterebbe l’autosufficienza elettrica della raffineria in caso di blackout della rete nazionale.

Al di là dell’aspetto eventualmente penale è interessante rilevare le conclusioni (febbraio 2009) del Consulente Tecnico d’Ufficio nominato dalla Procura della Repubblica di Ancona:

L’esame dei documenti agli atti del fascicolo porta alla conclusione che API raffineria S.p.A. ha sostenuto nel Rapporto di Sicurezza ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. 334/1999, redatto nell’anno 2000, l’esistenza del sistema in isola ma, di fatto, esistente soltanto in progetto, e non operativo (…) L’analisi della documentazione ricevuta, e in particolare la già citata nota del 2007 del servizio Ambiente della Regione Marche, evidenzia altresì che, almeno al 2004, le Autorità di controllo erano consapevoli che il sistema di chiusura in isola non era operativo e che a fronte di tale situazione, emersa in seguito alla serie di black-out elettrici verificatisi negli anni, i competenti Enti di controllo non sono intervenuti, ai sensi dell’art. 27, comma 4 del D.Lgs n. 334/1999, con una serie di strumenti sanzionatori di carattere amministrativo di una certa incisività (diffida, sospensione dell’attività, chiusura dello stabilimento o di un singolo impianto) che tale norma metteva a loro disposizione per sollecitare API a risolvere il problema”.

Vedi link CTU Procura conclusioni

                                                                                ( 4 )

Ma a seguito di questa valutazione del CTU della Procura è seguita la scoperta più sconcertante ed illuminante grazie al  Parere della Seconda Sezione del Consiglio di Stato datato 26/11/2003:

La Regione Marche non ha ancora sottoscritto l’Accordo di Programma con lo Stato per il trasferimento delle competenze che gli conferirebbero la possibilità di sanzionare qualsiasi industria a rischio di incidente rilevante che non rispetti la normativa sulla sicurezza del Decreto Seveso (334/99), e dunque anche API raffineria.

Questa gravissima inadempienza getta un’ombra sconcertante su 8 anni di inadempienza della Regione Marche che ha reso mero esercizio di stile una parte delle prescrizioni e dei “provvedimenti consequenziali” del Decreto Regionale di Rinnovo della concessione alla raffinazione all’API del giugno 2003.

Non è responsabile stipulare un nuovo Accordo per un altro impianto a rischio di incidente rilevante quando dopo 8 anni non si è ancora stipulato quello con lo Stato che interessa la sicurezza di lavoratori e cittadini per gli impianti esistenti.

Loris Calcina (gruppo di lavoro energia ambiente della Lista Cittadini in Comune – Falconara M.)

Commenti

Un Commento a “Rigassificatore API: la Regione Marche è irresponsabile a stipulare un nuovo Accordo per un altro impianto a rischio di incidente rilevante quando dopo 8 anni non ha ancora stipulato quello con lo Stato che interessa la sicurezza di lavoratori e cittadini per gli impianti esistenti”

  1. Elisabetta il 7 Luglio 2011 21:35

    I traditori non saranno dimenticati!

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