Castelferretti: sull’inquinamento del fosso S. Sebastiano del 23 settembre scorso, il Consigliere comunale di CiC/FBC/SAF ha presentato un’interrogazione per conoscere quanto accertato. Loris Calcina ha dichiarato: “Ormai è evidente che chi considera il fosso S. Sebastiano una discarica è convinto di rimanere sconosciuto e impunito: dopo la scomparsa del clamore e dell’attenzione sull’ultima contaminazione, puntualmente se ne verifica un’altra! Se sono sempre i cittadini a scoprirla e a pagarne le conseguenze, significa che i controlli preventivi e repressivi non esistono!”

doppio-simbolo.JPG Presentando un’interrogazione (leggi QUI’ ) sull’ennesimo sversamento di sostanze non ancora identificate x-sito-2.JPGavvenuto il 23 settembre scorso nelle acque del fosso S. Sebastiano che attraversa Castelferretti, il Consigliere comunale delle civiche CiC/FBC/SAF – Loris Calcina – ha dichiarato: “Ormai è evidente che chi considera il fosso S. Sebastiano una discarica è convinto di rimanere sconosciuto e impunito: dopo la scomparsa del clamore e dell’attenzione sull’ultima contaminazione, puntualmente se ne verifica un’altra! Se sono sempre i cittadini a scoprirla e a pagarne le conseguenze, ciò significa che i controlli preventivi e repressivi non esistono!“.

L’interrogazione rivolta al Sindaco e all’Assessore all’Ambiente del Comune di Falconara chiede di conoscere:

1) I risultati delle analisi in seguito al prelievo effettuato dall’ARPA Marche il 24 settembre 2018.
2) Se l’ARPA Marche ha effettuato ulteriori prelievi nel pomeriggio del 25 settembre 2018 ed il risultato delle analisi eventualmente eseguite.
3) I risultati delle analisi in seguito all’intervento dei Vigili del Fuoco nel pomeriggio del 25 settembre 2018.
4) Il resoconto degli accertamenti eseguiti dalla Polizia Municipale e se siano state assunte le testimonianze dei cittadini residenti a Castelferretti.
x-sito-1.JPG5) Quale tipo di azioni intende attivare l’Amministrazione comunale per prevenire e dissuadere versamenti illegali nei fossi che attraversano il territorio comunale.

Il Consigliere di CiC/FBC/SAF ha anche chiesto di integrare la risposta all’interrogazione con copia della documentazione prodotta nel corso degli accertamenti sull’inquinamento del fosso.

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Grumi di MORCHIA di idrocarburi sulla spiaggia di Falconara M.: il Consigliere CiC/FBC e SAF, Loris Calcina si reca dal Comandante della Capitaneria di Porto di Falconara e ipotizza si possa trattare di residui melmosi che si formano sul fondo e sulle pareti delle cisterne delle petroliere che hanno trasportato gasoli pesanti, o grezzo, oppure olio combustibile. Lavaggi illeciti a poca distanza dalla costa? L’Amministrazione comunale si attivi con decisione poichè lo spiaggiamento di quella morchia di idrocarburi nuoce all’immagine della città, perché deve sostenere costi per la pulizia ed il conferimento in impianti di trattamento di rifiuti speciali pericolosi e perché siamo di fronte al versamento di sostanze tossiche e nocive in mare e, conseguentemente, sulla spiaggia!

catrame-1.JPGdoppio-simbolo.JPG A seguito di segnalazioni ricevute già il 26 settembre scorso circa la presenza di grumi di catrame (in apparenza) presenti sulla spiaggia di Falconara Marittima (dall’altezza della Stazione FS a via dei Mille e in zona Villanova), il Consigliere comunale delle liste civiche CiC/FBC e SAF, Loris Calcina, ha effettuato un sopralluogo, scattato foto di quanto rinvenuto e prelevato alcuni campioni del materiale. Si è poi recato presso gli uffici della Capitaneria di Porto nel quartiere Villanova e ha segnalato il tutto al Comandante il quale ha assicurato di aver già fotografato e prelevato alcuni grumi del materiale spiaggiato che è stato consegnato all’ARPA Marche per essere analizzato. Il Comandante ha informato il Consigliere di aver avvertito il Comune. Il catrame-2.JPGConsigliere Calcina ha dichiarato:Il materiale catramoso ha una consistenza simile ad una pasta morbida e, all’olfatto, emana inequivocabilmente puzza di idrocarburi. Nella stessa mattinata del 28 settembre ho chiamato anche l’Ufficio Ambiente del Comune di Falconara M. informandolo della mia segnalazione alla Capitaneria di Porto e chiedendo come si fosse attivata l’Amministrazione. Mi è stato risposto che sono stati informati della situazione e che sono al corrente che la Capitaneria ha inviato il materiale all’ARPAM affinché sia analizzato e che, come catrame-3.JPGComune, stavano organizzando la pulizia. Dall’esperienza avuta con il bitume sversato in mare in seguito all’incendio dell’8 settembre 2004 in raffineria API“, continua il Consigliere Calcina, “la consistenza e l’olezzo dei grumi odierni sono diversi dai grumi di bitume che, fino a febbraio 2006, rinvenimmo (e segnalammo alla Procura della Repubblica) sulla spiaggia di Falconara dopo ogni mareggiata. Ipotizzo che il materiale odierno sia riconducibile ad uno o più scarichi di morchie, ovvero residui melmosi che si formano sul fondo e sulle pareti delle cisterne delle petroliere che hanno trasportato gasoli pesanti, o grezzo, oppure olio combustibile. Questi tocchi di morchia sono pesanti e si depositano sui fondali, salvo poi essere sollevati e sbattuti a riva da una mareggiata. Se la mareggiata non certo eccezionale dei giorni scorsi ha portato in spiaggia quei grumi di morchia, suppongo che un eventuale lavaggio illecito della cisterna di una petroliera possa essere stato fatto non molto distante dalla costa. Mi aspetto che l’Amministrazione comunale“, conclude il Consigliere di CiC/FBC e SAF, “sia parte attiva nel cercare i colpevoli poiché lo spiaggiamento di quella morchia di idrocarburi nuoce all’immagine della città, perché deve sostenere costi per la pulizia ed il conferimento in impianti di trattamento di rifiuti speciali pericolosi e perché siamo di fronte al versamento di sostanze tossiche e nocive in mare e, conseguentemente, sulla spiaggia“.

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Il Consigliere Calcina ha parlato con un Consigliere regionale che gli ha riferito che l’inceneritore nel sito API a Falconara M. “è un chiacchiericcio nei corridoi della Regione Marche”. Inoltre ha aggiunto: “Purtroppo, pur non essendo una logica giusta, quando si deve andare ad individuare il sito dove mettere una attività insalubre si è portati a fare il ragionamento di individuare il sito che per certi versi già accoglie o ha accolto un’attività insalubre”. Sono allarmato dal “chiacchiericcio” e da ciò che si pensa sulla situazione sanitaria e ambientale di Falconara, ha dichiarato Calcina, e pertanto ha presentato una mozione affinché il Consiglio comunale si pronunci contro la possibilità che nel territorio di Falconara Marittima e all’interno di qualsiasi area industriale ivi esistente si realizzi un impianto di incenerimento dei rifiuti

doppio-simbolo.JPG Dopo gli articoli pubblicati sulla pagina regionale del Corriere Adriatico nei quali la raffineria API di Falconara è stata indicata tra i 3 siti ipotizzati per un nuovo inceneritore dei rifiuti (gli altri sono l’ex cementificio di Castelraimondo e la Cosmari di Piane del Chienti), ho svolto una piccola indagine e sono riuscito a parlare con un Consigliere regionale di cui tacerò il 2018-incenenritore.jpgnome vista la informalità del contatto. Il succo della conversazione, però, è allarmante.

Alla mia richiesta di che cosa ci sia di vero in ciò che è stato scritto nell’articolo del quotidiano mi ha risposto: Diciamo che è un chiacchiericcio. I posti su cui si discute è Tolentino, Castelraimondo e Falconara, però a livello di chiacchiere, nei corridoi. Non è che c’è un sito ufficiale.

Allora gli ho ribadito che proprio perché c’era il chiacchiericcio, la faccenda mi preoccupava non poco vista la ben nota situazione sanitaria della popolazione di Falconara e le ben note pressioni ambientali che gravano sul territorio in termini di infrastrutture ed industrie insalubri. Al che il Consigliere mi dice: “Purtroppo, pur non essendo una logica giusta, quando si deve andare ad individuare il sito dove mettere una attività insalubre si è portati a fare il ragionamento di individuare il sito che per certi versi già accoglie o ha accolto un’attività insalubre. Non la vado a mettere dentro un parco o una riserva naturale … per capirci! E’ chiaro che il ragionamento corretto sarebbe esattamente l’opposto: chi ha già avuto una pressione ambientale considerevole è bene riqualificarlo e non caricare più sul territorio e sugli abitanti. Però se questo sarebbe il ragionamento corretto in realtà succede l’opposto, purtroppo. Però, ripeto, per ora sono più chiacchiere di corridoio che sostanza …“.

Eppure la sostanza c’è, è terribile, è schifosamente sprezzante nei confronti dei Falconaresi ed è la seguente: se nei corridoi dei decisori politici della Regione Marche si ritiene che Falconara Marittima possa accogliere anche un inceneritore di rifiuti ciò è dovuto ad una delle due convinzioni (che serpeggiano come il chiacchiericcio), ambedue inqualificabili:

1)      Non ritengono vero quanto è finora emerso dalle indagini epidemiologiche e dalle note epidemiologiche descrittive (Istituto Nazionale Tumori – Istituto Superiore di Sanità – Ministero della Salute – ARPA Marche) condotte sulla popolazione di Falconara da cui risultano una maggiore quantità di leucemie, linfomi, aborti spontanei, malformazioni congenite, tumori del polmone, trachea, colon, mammella, ecc., cardiopatie, asma tra i bambini, e quindi ritengono che Falconara e i Falconaresi possono ben sopportare anche un inceneritore di rifiuti.

2)      Oppure ritengono irreversibile la compromissione della salute dei Falconaresi e le sue molteplici cause infrastrutturali ed industriali per cui ritengono “corretto” aggiungere anche un inceneritore di rifiuti!

Qualsiasi delle due convinzioni guidi i decisori politici della Regione Marche, ambedue sono maturate nell’humus della NEGLIGENZA: la NEGLIGENZA di aver attivato il Registro Tumori con un ritardo di 9 anni, la NEGLIGENZA di non aver ancora attivato il Registro delle Malformazioni congenite, la NEGLIGENZA di aver ritardato di due anni la trasmissione dell’Indagine Epidemiologica al Ministero della Salute, la NEGLIGENZA dei malfunzionamenti decennali e la scarsità delle centraline di rilevamento, la NEGLIGENZA di una insufficiente conoscenza dei livelli di immissione e diffusione dei vari inquinanti sia contemplati dalla normativa di settore sulla qualità dell’aria sia riferibili alle altre reali emissioni delle industrie insalubri, la NEGLIGENZA di non aver nemmeno avviato (in 13 anni!) il risanamento dell’AERCA (Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale). Queste NEGLIGENZE sono l’humus che sta alimentato anche il pericoloso chiacchiericcio sull’inceneritore.   

Su questo abbiamo presentato una MOZIONE affinché il Consiglio comunale si pronunci contro la possibilità che nel territorio di Falconara Marittima e all’interno di qualsiasi area industriale ivi esistente si realizzi un impianto di incenerimento dei rifiuti.

Loris Calcina (Capogruppo consiliare lista civiche CiC/FBCSAF)

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Il Consigliere di CIC/FBC/SAF, Loris Calcina consegna alla Commissione Ambiente del Comune di Falconara M. e al Sindaco importanti documenti inerenti l’incidente dell’aprile scorso al serbatoio TK61 della raffineria API. Il Sindaco si è impegnato a portare al tavolo odierno con il Comitato Tecnico Regionale Prevenzione Incendi domande e osservazioni del Consigliere CiC/FBC/SAF scaturite dalla documentazione: 1) risulterebbe che nel TK61 non ci fosse solo petrolio grezzo ma anche Virgin Nafta (benzina semilavorata). Le alte e persistenti esalazioni di BENZENE sono state causate dalla Virgin Nafta? Come mai il 12 aprile non è stato fatto il prelievo e l’analisi del prodotto presente sul tetto del TK61? Da quale impianto proveniva la Virgin Nafta? E’ stata una immissione prevista dalle procedure dato che il serbatoio era fuori servizio da febbraio 2017? 2) Da una Relazione del 1999 dell’API risulta che il TK61 era stato bonificato nel 1996. Il periodo di 22 anni trascorso è congruo con le disposizioni di sicurezza vigenti? 3) Come mai il ritardo di almeno 24 ore della comunicazione dell’incidente in atto da parte di API raffineria non è stato considerato dai VV.F. una violazione di quanto stabilito dalla Prefettura di Ancona nel Piano di Emergenza Esterna?

doppio-simbolo.JPG La Commissione consiliare IV^ (Ambiente) riuntasi ieri (22 agosto) ha eletto il suo Presidente (Giorgia Fiorentini) e il Vicepresidente (Loris Calcina) ed ha ascoltato l’informativa del Sindaco sull’esito dei sopralluoghi effettuati in raffineria API. Il Sindaco non è entrata nel dettaglio delle “situazioni critiche notate” nel corso del sopralluogo del 6 agosto scorso né di quanto riscontrato dall’esame dei documenti della manutenzione e della conduzione degli impianti da parte di API raffineria. Un riserbo che sembra essere stato chiesto dai vertici del Comitato Tecnico Regionale Prevenzione Incendi (CTR).

Il Consigliere comunale CiC/FBC/SAF, Loris Calcina, ha prodotto alcuni documenti riguardanti l’incidente al serbatoio TK61 e ha formulato alcune domande ed osservazioni  La Commissione ha accolto all’unanimità le osservazioni di Calcina ed il Sindaco si è impegnato a portarle al tavolo con il CTR che si svolgerà oggi 23 agosto.

Ecco le osservazioni e i documenti nel dettaglio

Dato che a tutt’oggi risulta che sia le Autorità che gli Enti di controllo ritengono che il prodotto contenuto nel serbatoio TK 61 e trafilato sul tetto sia stato petrolio grezzo, Calcina ha prodotto il verbale dell’intervento che il Consigliere regionale Gianni Maggi ha pronunciato nell’Assemblea del 24 aprile 2018. Maggi ha dichiarato che, a seguito di colloqui intercorsi con personale dell’API, ha appreso che all’interno del TK61 c’era anche Virgin Nafta mescolata a petrolio grezzo. A parere del Consigliere Calcina, dato che la Virgin Nafta è una benzina grezza non stabilizzata, essa potrebbe essere la causa delle elevate esalazioni di BENZENE che ha ammorbato l’aria di Falconara M. Il solo petrolio grezzo non avrebbe determinato quelle elevate esalazioni di benzene.

Ciò è possibile dedurlo anche comparando quanto avvenuto dal 28 giugno al 5 luglio 1999.  A quella data accadde l’incidente al tetto galleggiante del serbatoio TK62 della raffineria (adiacente e gemello del TK61), il quale si inclinò e parte del petrolio grezzo contenuto fuoriuscì sul tetto. Le forti esalazioni si diffusero prevalentemente nei quartieri Villanova e Fiumesino. I documenti riguardanti quell’incidente che Calcina ha fatto mettere agli atti della Commissione Ambiente e consegnato al Sindaco, hanno indotto alcune osservazioni che sono state verbalizzate in Commissione e proposte al Sindaco per il tavolo odierno con il CTR.

1)      L’analisi e la speciazione degli idrocarburi non metanici (HCNM) effettuata in quei giorni del 1999 dal Servizio Multizonale di Sanità Pubblica (oggi ARPAM) con il proprio laboratorio mobile (a supporto delle centraline fisse di Fiumesino e Villanova) mostrano che i livelli di benzene non raggiunsero mai quei livelli medi giornalieri registrati ad aprile 2018. Infatti, mentre nel 1999 si registrarono non più di 12,8 e 9,5 µg/mc di benzene il 1 e 2 luglio 1999, al contrario nelle giornate del 14-15-16-17 aprile 2018 a Villanova si sono registrati valori medi rispettivamente di 19,4 – 11 – 37,5 e 14 µg/mc di benzene.

A riprova che il solo petrolio grezzo non determina esalazioni di benzene del livello registrato ad aprile 2018 con il TK61, riproduciamo una delle conclusioni della Relazione del 1999 del Servizio Multizonale

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Questa comparazione ci può dire: A) che il petrolio grezzo non esala alte concentrazioni di benzene; B) che le alte concentrazioni di benzene ad aprile 2018 possono essere state determinate da altri prodotti presenti; C) che in virtù dei punti A) e B) le informazioni assunte e dichiarate dal Consigliere regionale Maggi meritano di essere vagliate con indagini precise sulla movimentazione dei prodotti verso il TK61, acquisendo dall’API i registri di marcia di tutti gli impianti, della movimentazione prodotti e del Capo fabbrica. Da tutto ciò ne è derivata anche una domanda che il Consigliere Calcina ha chiesto di rivolgere sia ai VV.F. sia all’ARPAM: perché non è stato prelevato un campione del prodotto presente sul tetto del TK61 per analizzarne la composizione e capire se c’era solo petrolio grezzo? 

2)      Sia nell’incidente del 1999 sia in quello del 2018, API raffineria ha informato le Autorità soltanto dopo che dai cittadini sono iniziate le segnalazioni delle forti esalazioni. Vale la pena ricordare che nel pomeriggio del 12 aprile 2018 (solo dopo che i cittadini avevano iniziato a segnalare le forti esalazioni) API informò i VV.F., il Comune e l’ARPAM che “il trafilamento di prodotto idrocarburico sul tetto del serbatoio” era avvenuto “nella giornata dell’11 aprile“. Dato che a tutt’oggi nessun Ente di controllo o le Autorità sembra avere evidenziato il ritardo della comunicazione di API raffineria, vale la pena ricordare come nel 1999 i VV.F. di Ancona valutarono lo stesso comportamento della Dirigenza dell’API:

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Come mai questa differenza di valutazione per lo stesso comportamento di API raffineria?

Ma dalla Relazione dei VV.F. emerge il quesito anche in merito alla classificazione dell’incidente e un ulteriore quesito rispetto al fatto che API raffineria doveva attivare la Prefettura a causa delle esalazioni percepite dalla popolazione. API raffineria non lo fece nel 1999 e non lo ha fatto nel 2018. Nel 1999 i VV.F. svolsero le seguenti valutazioni riguardo alla classificazione dell’incidente:

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L’analisi dei documenti dell’incidente del 1999 permette di fare chiarezza anche su un altro aspetto che sembra aver ingenerato dubbi tra gli Enti di controllo: che cosa significa in termini di operatività che il TK61 era “fuori servizio dal mese di febbraio 2017” come ha comunicato API raffineria? E’ proprio la Relazione di API raffineria del 5 luglio 1999 che trattando delle cause dell’incidente di allora, a pagina 4 ne spiega il significato:

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Incrociando quanto API raffineria ha scritto nel 1999 con quanto lei stessa ha comunicato il 12 aprile 2018, la “traduzione” per lo stato in cui si trovava il TK61 potrebbe essere la seguente: dato che sul TK61 erano in corso attività di bonifica per la manutenzione generale, FUORI SERVIZIO significa che il serbatoio doveva essere stato vuotato fino al limite di estraibilità (4 m. di prodotto di fondo) e doveva essere stato ISOLATO DAL CICLO DI LAVORAZIONE. “La società esterna specializzata” per “la fase finale della bonifica programmata per la fine di aprile” 2018 su cui API raffineria ha informato, sarebbe intervenuta per la eliminazione di tutti gli idrocarburi ancora presenti nel TK61 così da poter procedere in sicurezza alla sua manutenzione.

Inoltre c’è una domanda che il Consigliere Calcina ha chiesto che il Sindaco rivolga al CTR Marche: appreso dalla Relazione API del 1999 che il TK61 era stato bonificato nel 1996, il periodo di 22 anni trascorso è congruo con le disposizioni di sicurezza vigenti?

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“SITUAZIONI CRITICHE” in raffineria API: Loris Calcina chiede la immediata convocazione della Commissione Ambiente ed un primo resoconto del Sindaco in attesa del tavolo tecnico a cui parteciperà il 23 agosto. “Ho dei suggerimenti tecnici per il Sindaco che parteciperà al tavolo con i VV.F. e l’unica sede deputata per comunicarli è la Commissione consiliare” ha dichiarato Loris Calcina

doppio-simbolo.JPG  Sono trascorsi 10 giorni dalla Delibera consiliare che ha istituito la Commissione consiliare IV^ (Ambiente) e, da Regolamento e come Consigliere comunale componente della Commissione, ho chiesto al Presidente del Consiglio di convocarne la prima riunione nel più breve tempo possibile al fine non solo di nominare il Presidente e Vicepresidente della stessa, ma anche di essere informati direttamente dal Sindaco sui sopralluoghi effettuati in raffineria API.

Quello che a tutt’oggi sappiamo su quei sopralluoghi è ciò che hanno scritto gli Organi di informazione. Non ci basta.

Ricoprire efficacemente la carica di Consigliere comunale ed essere propositivi necessita di informazioni dettagliate e dirette dall’Amministrazione comunale ed i luoghi istituzionali in cui riceverle sono il Consiglio comunale e le apposite Commissioni consiliari. Pertanto la notizia a mezzo stampa che nel sopralluogo del 7 agosto presso la raffineria API sono stati “passati in rassegna 8 serbatoi“, sono “state notate alcune situazioni critiche” e sono stati “esaminati i documenti sulla manutenzione” necessita dell’approfondimento che solo il Sig. Sindaco è in grado di fornire ai Consiglieri nelle sedi deputate dell’Amministrazione comunale.

Questo al di là del tavolo tecnico presso il Comitati Tecnico Regionale del VV.F. a cui parteciperà il Sindaco il 23 agosto prossimo.

Forse, sentito il primo resoconto sui sopralluoghi effettuati, anche dai Consiglieri della Commissione Ambiente potrebbero venire suggerimenti tecnici al Sindaco.

Noi di CiC/FBC/SiAMO Falconara ne avremmo alcuni.

Loris Calcina – Capogruppo consiliare liste civiche CiC/FBC/SiAMO Falconara

La verità sulla Delibera per la costituzione della Commissione speciale concordata tra M5S Falconara e Sindaco Signorini è nei documenti che pubblichiamo. La Giunta l’aveva già bonificata delle uniche competenze a lei SCOMODE, ma che l’avrebbe resa possibile a norma dello Statuto comunale: la “riconversione dei siti inquinati e delle attività inquinanti” e la verifica della “congruità dei nuovi interventi infrastrutturali”. Gli unici 2 (due) Consiglieri comunali di maggioranza presenti non hanno proferito parola per difendere la Delibera del patto elettorale!

doppio-simbolo.JPG A proposito della Delibera di costituzione della Commissione Speciale (CS) concordata al ballottaggio elettorale tra il Sindaco Stefania Signorini e il M5S Falconara, pubblichiamo quì e QUI sia la Delibera ritirata dal Presidente del Consiglio comunale – Goffredo Brandoni – sia la nota di Bruno Frapiccini propedeutica alla sua stesura. Ci sembra una doverosa operazione di trasparenza per far capire che cosa è accaduto realmente.

La maggioranza che sostiene il Sindaco – presente alla Riunione Illustrativa di giovedì 26 luglio con solo 2 (due) Consiglieri comunali su 11, più il Presidente del Consiglio –  ha dichiarato che la proposta è stata rinviatadata l’assenza del Consigliere Frapiccini” e “per far si che sia lo stesso a rispondere ai rilievi” delle opposizioni.

E’ vero che le opposizioni presenti (CiC/FBC/SAF – PD – LEGA = tot. 4 su 5) hanno mosso rilievi. Nel dettaglio, noi di CiC/FBC/SAF abbiamo sostenuto che “non è accettabile, né da Statuto né da Regolamento, la costituzione di una Commissione Speciale prima della costituzione delle Commissioni Consiliari Permanenti (CCP). Infatti solo dai compiti stabilmente assegnati a queste ultime si può valutare se le finalità della CS si sovrappongono e/o sono doppioni di quanto già previsto dalle CCP“. Le altre opposizioni hanno sostenuto che l’AERCA formalmente non esiste più dal 2015 e che una CS del Comune di Falconara non può lavorare anche su altri Comuni.

Ma leggendo attentamente la Delibera, probabilmente il M5S dovrà fronteggiare i NON DETTI DELLA MAGGIORANZA E DEL SINDACO STESSO. Vediamoli.

1)      Lo stesso nome per la CS suggerito dal M5S è stato pedissequamente riproposto nella Delibera che, dunque, è stata scritta dalla Giunta Signorini (invece che – dopo dibattito – dal Consiglio comunale come stabilisce lo Statuto comunale!).

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2)      La Giunta ha copiato il nome della proposta del M5S MA NON L’INTERO OGGETTO CHE, anzi, È STATO MODIFICATO! Infatti manca la parte seguente: “analisi e proposte per la bonifica e riconversione dei siti inquinati e delle attività inquinanti. Sarà una competenza che dà fastidio al Sindaco sul versante delle industrie insalubri?

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3)      Ma la maggioranza del Sindaco ha DEPENNATO ANCHE UN’ALTRA COMPETENZA RICHIESTA DAL M5S: la verifica della “congruità dei nuovi interventi infrastrutturali“, leggi bypass ferroviario! Anche questa sarà una competenza che dà fastidio al Sindaco gran sostenitore del progetto?

A ben vedere e in punta di diritto rispetto all’art. 39 comma 7 dello Statuto comunale, proprio la parte depennata dalla Giunta è l’unica competenza che potrebbe fare in modo che la CS rientri nel dettato dello Statuto e, dunque, possa essere costituita! Al contrario, le “analisi e studi sulla situazione ambientale esistente” e le “proposte di mitigazione e risanamento” si sovrapporrebbero ai compiti già svolti dalle Commissioni Consiliari Permanenti IV^ (Ambiente) e VI^ (Sanità).

Se a tutto quanto sopra aggiungiamo la constatazione che alla Riunione Illustrativa di giovedì 26 luglio gli unici 2 (due) Consiglieri comunali di maggioranza non hanno proferito parola per difendere la proposta di Delibera di costituzione della Commissione Speciale, sono molto sostanziosi “i rilievi” che riguardano il “patto del ballottaggio” tra M5S Falconara e il Sindaco Signorini.

Loris Calcina – Capogruppo consiliare liste civiche CiC/FBC/SAF

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