Piano di Protezione Civile Comunale: ecco le prove della scarsa responsabilità nel metodo e nella sostanza dell’Amministrazione Signorini! Una sola Commissione di un’ora e mezza (ancora non verbalizzata!) dedicata all’illustrazione del Piano e alle osservazioni dei Consiglieri comunali. Il Consigliere Calcina: “Signorini & Rossi non hanno cercato collaborazione ma ottusi ratificatori! Ecco perché, insieme agli altri Consiglieri di minoranza, sono uscito dall’aula al momento del voto”! Pubblichiamo le 3 osservazioni che CiC/FBC/SAF hanno inutilmente svolto in Commissione e le altre 4 per le quali non ci è stata data la possibilità di illustrazione e valutazione.

doppio-simbolo.JPG emergenza.JPG Pubblichiamo alcune problematiche che come CiC/FBC/SAF avremmo voluto approfondire per concorrere a migliorare il Piano della Protezione Civile.

Purtroppo ai Consiglieri comunali è stata concessa una sola possibilità per proporle e valutarle con i Tecnici designati dall’Amministrazione comunale: la riunione congiunta delle Commissioni consiliari II^ e V^ del 3 ottobre 2019 convocata per le ore 17,30 e conclusasi alle ore 19. In quell’unica occasione, dopo l’illustrazione del Piano da parte dell’ingegnere incaricato dall’Amministrazione Signorini, sono iniziate le domande, le osservazioni e le prime valutazioni da parte degli 11 Consiglieri comunali e, a nome di CiC/FBC/SAF ho avuto il tempo di sollevare solo i punti 1 – 2 e 3.

A tutt’oggi non è stato neanche pubblicato (né abbiamo ricevuta la copia provvisoria) il verbale di quella seduta a testimonianza della sciatteria dell’Amministrazione comunale Signorini.

Ma dalle contro deduzioni dei Tecnici consegnateci il 17 dicembre (24 ore prima del Consiglio comunale!) quelle nostre 3 osservazioni non sono state valutate e, comunque, sul Piano non risultano inserite.

Le altre 4 osservazioni non ho avuto la possibilità di formularle né di discuterne con i Tecnici incaricati.

Infatti, data la volontà collaborativa di concorrere alla migliore proposta possibile di Piano, ci saremmo aspettati la convocazione di altre riunioni di Commissione per continuare con osservazioni e proposte e per valutare anche le osservazioni e proposte pervenute dai cittadini e dalle associazioni.

Ma l’Amministrazione Signorini ha commesso l’ennesima negligenza: la negazione ai Consiglieri comunali di continuare a proporre le osservazioni e di valutare – insieme ai tecnici incaricati – le osservazioni pervenute dalle associazioni che, da Regolamento, avrebbero potuto essere convocate in audizione per esplicitarne i passaggi meno chiari.

In base a questo meschino metodo escludente, il 18 dicembre l’Amministrazione comunale Signorini ha preteso l’unanimità del Consiglio comunale per la mera ratifica del Piano di Protezione Civile.

Ma noi di CiC/FBC/SAF non siamo stati eletti per ratificare; non capire ed adeguarsi probabilmente è il ruolo che hanno accettato i Consiglieri di maggioranza!

Noi abbiamo il mandato dei cittadini e il diritto/dovere sancito dal Testo Unico degli Enti Locali di controllare e formulare indirizzi che possono essere anche respinti, ma con motivazioni verbalizzate e conoscibili dai cittadini.

Pertanto, lo scopo della richiesta di rinviare l’approvazione del Piano di Protezione Civile di un mese (formulata con gli altri colleghi dell’opposizione) ha obbedito soltanto al dovere di contribuire al miglioramento del Piano stesso.

Dunque, la scarsa responsabilità che ci attribuisce l’Assessore Clemente Rossi è qualità che attiene alla sua Giunta e al suo Sindaco dall’inizio della consiliatura.

CiC/FBC/SAF hanno fatto ogni sforzo per votare un Piano condiviso, ma la condivisione si deve volere in due o più di due.

La Giunta Signorini ha preferito non condividere ed indurre le opposizioni ad astenersi o votare contro il Piano.

L’uscita dal Consiglio al momento del voto è stato un atto politico di condanna nei confronti del metodo politico del Sindaco, della sua Giunta e dei suoi Consiglieri di maggioranza.

 Le osservazioni (1-2-3) di CiC/FBC/SAF proposte in Commissione e quelle (4-5-6-7) impedite dalla mancata convocazione delle

1)      Riguardo al rischio sismico non è stato affatto considerata la possibilità del maremoto. Abbiamo più volte documentato e ricordato (anche alla Prefettura di Ancona) che il terremoto del 30 ottobre 1930 ha causato << il più importante maremoto storico (tsunami di grado I 4, “strong” secondo la scala Sieberg-Ambraseys; Ambraseys, 1962) della costa marchigiana. Tale maremoto produsse notevoli effetti nel porto di Ancona: i giornali dell’epoca riferiscono di una improvvisa “alta marea” e un mare “ribollente”. Una nave americana ruppe gli ormeggi e fu scaraventata contro il molo, subendo danni consistenti. I moli stessi furono anch’essi gravemente danneggiati (Boschi et alii, 1995; Maramai et alii, 2007). Il rischio relativo a tsunami di origine sismica, sia associati a terremoti locali (es. Senigallia 1930), sia associati a terremoti distanti (localizzati nelle aree costiere o marine dalmate, albanesi ed elleniche) è significativo nell’area costiera marchigiana e va tenuto nella debita considerazione (Tiberti et alii, 2009) >>.

2)      In fase di emergenza non è sufficiente affidare la comunicazione ad una sola emittente radio in FM. Avevamo chiesto che almeno due dovrebbero essere le emittenti radio coinvolte nella comunicazione in fase di emergenze.

3)      Nel Piano, tra la descrizione delle caratteristiche meteoclimatiche del territorio falconarese, manca completamente la problematica dei venti che è importantissima di fronte ad emergenze con incendi o diffusione di nubi tossiche. Quali sono i venti prevalenti? Esiste una contestazione di più soggetti alla scheda licenziata recentemente dalla Prefettura sul PEE della raffineria API che considera da Ovest i venti prevalenti su Falconara. La questione va assolutamente approfondita.

4)      Tra i Rischi industriali e da impianti non può essere contemplata solo la raffineria API ma dovrebbero essere considerate anche la Ditta Casali, la Ditta Bufarini e, vista la collocazione al confine con il territorio di Falconara, anche la ditta SEA (SEA e Bufarini trattano rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi)! Conseguentemente dovrebbe esserci un Piano di Protezione civile per il rischio industriale differente da quello della raffineria API (dato che soltanto questa è a rischio di incidente rilevante).

5)      E’ sottostimato considerare quello industriale un grado di rischio moderato. Se dal 2006 si sono verificate 2 esondazioni dai fossi e, quindi, il grado di rischio idrogeologico è classificato elevato, perché quello industriale non dovrebbe essere considerato elevato dato che dal 2006 ci sono stati 3 incidenti industriali che hanno coinvolto il territorio falconarese? Ricordiamoli: 2006 nube tossica dalla SEA – 2015 incendio ditta Casali – 2018 esalazioni tossiche del TK61 raffineria API.

6)      Non ci risulta sia stato preso in considerazione anche il fosso Castellaraccia tra quelli che potrebbero rientrare nel rischio idrogeologico.

7)      Se nelle brochure che suggeriscono i comportamenti da adottare individualmente e collettivamente in caso di inondazione si suggerisce di “stare lontano dai sottopassi, dalle zone vicino agli argini … di raggiungere in fretta i piani più alti della propria casa”, le seguenti AREE DI ATTESA “di prima accoglienza delle persone – parco via Flaminia Villanova – parco via Fiumesino – parco via Clementina – campetto via Scirocco Rocca Priora – non sono troppo vicine al fiume Esino ed al mare? Perché non vengono ripensate ed individuate più a monte? 

Loris Calcina – Capogruppo consiliare Cittadini in Comune/Falconara Bene Comune e SiAmo Falconara Sinistra in Comune

Appello al Sindaco Signorini dei Consiglieri comunali Calcina e Frapiccini: “Le chiediamo urgentemente un atto umanitario al fine di consentire l’erogazione dell’acqua al nucleo familiare composto da S.C. e G.D.G. occupanti dell’immobile di via D. Chiesa n° 8. La disponibilità d’acqua è una condizione di sopravvivenza”. Pubblichiamo la lettera inviata ieri alla pec del Comune di Falconara e alla mail del Sindaco.

Gentile Sig. Sindaco,

2019-natale-acqua.JPG con questa nostra Le chiediamo urgentemente un atto umanitario al fine di consentire l’erogazione dell’acqua al nucleo familiare composto da S.C. e G.D.G. occupanti dell’immobile di via D. Chiesa n. 8.

Lei e noi sappiamo che la disponibilità d’acqua è una condizione di sopravvivenza.

Lei e noi sappiamo che le cittadine S.C. e G.D.G. non sono morose.

Al contrario S.C. e G.D.G. Le hanno manifestato la volontà di pagare i consumi dell’utenza dell’acqua eventualmente erogata, allo stesso modo di come stanno facendo per le utenze dell’elettricità e del metano.

Lei e noi sappiamo che S.C. e G.D.G. occupano non regolarmente l’appartamento di via D. Chiesa e sappiamo che di questo aspetto si sta occupando la Magistratura a cui spetta la decisione futura.

Proprio a questa situazione soggetta a mutamenti non dipendenti dalla Sua volontà, mutamenti che riguarderanno la già pesante precarietà di vita quotidiana e l’incerto futuro abitativo di S.C. e G.D.G. (oberata da invalidità per il 75%), non crediamo sia umanamente accettabile assommare la sofferenza di vivere senz’acqua; condizione che potrebbe determinare anche problemi per l’igiene, la sanità o l’incolumità pubblica.

Sig. Sindaco, questa nostra non ha la presunzione di darle suggerimenti.

È solo per invitarla a fare un gesto umanitario prima delle festività natalizie, nel lasso di tempo durante il quale i tecnici di Vivaservizi potrebbero ancora intervenire per l’allaccio dell’utenza dell’acqua.

La ringraziamo e Le inviamo gli auguri di serene festività natalizie.

In fede

Loris Calcina – Capogruppo consiliare liste civiche CiC/FBC e SAF

Bruno Frapiccini – Capogruppo consiliare M5S Falconara M.

Ora basta! E’ intollerabile che due cittadine falconaresi debbano vivere senza acqua in un immobile di proprietà dell’Amministrazione comunale di Falconara M. la quale aveva consegnato loro le chiavi nel 2017 dopo che lo avevano occupato in stato di necessità! Il Sindaco Signorini ristabilisca almeno l’aspetto umanitario permettendo a VIVAservizi di allacciare la fornitura dell’acqua intestando l’utenza al Comune. Il Consigliere Calcina: “Se nel 2017 l’Amministrazione comunale ha dato le chiavi dell’immobile e se il Sindaco Signorini non ha mai fatto eseguire la sua Ordinanza di sgombero dell’ottobre 2018 per la palese inabitabilità dell’immobile, ora non è nella condizione di poter fare la “faccia feroce” ed impedire di far allacciare l’acqua! Intanto faccia immediatamente quello che a livello umanitario va assolutamente fatto! Poi si attrezzi a risolvere la situazione una volta per tutte perché il Sindaco sta permettendo a delle persone di vivere in un immobile che non ha neanche l’agibilità e l’abitabilità esponendole a rischi di incolumità e malattie per le quali l’Amministrazione comunale potrebbe venir chiamata a rispondere in sede penale e civile”. Pubblichiamo la lettera delle due cittadine inviata al Sindaco, all’ex Vicesindaco e Assessore ai Servizi sociali e a tutti i Consiglieri comunali.

doppio-simbolo.JPG x-sito-lettera.JPG Il 12 dicembre ci è stata consegnata questa lettera scritta ed inviata sia al Sindaco di Falconara, sia all’ex Vicesindaco ed ex Assessore ai Servizi sociali e sia ai Consiglieri comunali da parte delle signore C.S. e DG.G. le quali, come occupanti di un immobile di proprietà del Comune di Falconara, stanno affrontando anche l’arrivo dell’inverno senza acqua poiché da VIVAservizi SpA – che correttamente fa riferimento all’art. 5 della L. 80/2014 – “non viene stipulato un contratto di fornitura se il richiedente (ndr: nel caso specifico le due occupanti dell’immobile) non dispone del titolo che garantisca tale diritto (contratto di locazione, comodato d’uso, atto di proprietà, ecc.)” (VIVAservizi SpA prot. 29657 del 28/11/2019).

C.S. e DG.G. ribadiscono nella lettera anche quanto affermato nel corso della seduta della Commissione consiliare VI^ del 14/11/2019: le chiavi di questo appartamento ce le ha consegnate il Comune nel 2017, ben 3 anni fa“!

Questo fatto ribadito non è stato mai smentito da nessuno dell’Amministrazione comunale (Sindaco, Assessore o Dirigente) la quale, dunque, dopo l’occupazione dell’appartamento da parte di C.S. e DG.G. piuttosto che sgomberarle e individuare una soluzione abitativa di emergenza, consegnò loro le chiavi della serratura del portone di ingresso che le maestranze del Comune avevano avuto la disposizione di cambiare.

Questa situazione è stata consolidata dal Sindaco Signorini che, pur firmando l’Ordinanza di sgombero n° 56 dell’8 ottobre 2018 a causa della “condizione di inagibilità” dell’immobile, non l’ha mai messa in pratica.

Le responsabilità della passata Amministrazione Brandoni e della odierna Signorini sono evidenti e pertanto, oggi, il Sindaco Signorini non è nelle condizioni di fare la “faccia feroce” nei confronti delle due donne delle quali una è portatrice di invalidità oltre il 70%.

Oggi il Sindaco Signorini ha il solo dovere umanitario di permettere a VIVAservizi di allacciare l’acqua con un contratto di fornitura intestato al Comune che è il proprietario dell’immobile.

Ovviamente la situazione non finisce dopo il doveroso ed eventuale atto umanitario: infatti il Sindaco Signorini sta permettendo a delle persone di vivere in un immobile che non ha neanche l’agibilità e l’abitabilità esponendo l’Amministrazione comunale a contenziosi penali e civili in caso di incidenti che coinvolgano gli occupanti o in caso di malattie contratte per la situazione degli spazi in cui vivono.

Questa è una situazione intollerabile sia dal punto di vista umano sia dal punto di vista politico/ amministrativo.

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Cedimento di una delle strutture di sostegno del pontile a servizio della raffineria API? Il Consigliere comunale delle civiche CiC/FBC/SAF ha documentato fotograficamente e con un filmato ciò che ha constatato domenica mattina (15/12) ed ha inviato la documentazione al Ministero delle Infrastrutture, all’Autorità Portuale, alla Capitaneria di Porto, ai VVF, ai Carabinieri NOE, Regione, ARPAM, ISPRA, Ministero dell’Ambiente e Sindaco di Falconara. Il Consigliere Calcina: “Da quello che ho documentato e potuto vedere, si può ipotizzare che l’incidente al pontile sia accaduto quanto meno 24 ore prima poiché alle 9,00 di domenica c’erano già evidenti interventi di contenimento e il pontone si è avvicinato al pontile con il personale addetto soltanto verso le 11. Il pontile è una infrastruttura dello Stato in concessione all’API la quale è responsabile delle manutenzioni ordinarie e straordinarie per cui abbiamo chiesto alle Autorità competenti di accertare ogni aspetto delle cause di quanto accaduto”.

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sito-1.JPG Le richiesta di CiC/FBC/SAF alle Autorità:

Ø  che cosa è realmente accaduto al pontile e in che data.

Ø  Se ci sono state conseguenze per le maestranze.

Ø  In che data e a che ora API raffineria ha dato comunicazione dell’accaduto alle Autorità preposte.

Ø  Se sono avvenuti versamenti di prodotti petroliferi in mare.

Ø  Le cause di quanto accaduto.

Ø  Se il concessionario ha rispettato gli obblighi di manutenzione ordinaria e straordinaria del pontile.

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Riguardo alla copiosa emissione di fumi da un camino della raffineria API del 14 novembre 2019, il Consigliere comunale di CiC/FBC/SAF ha inviato una segnalazione e richiesta di informazioni circa le cause al Ministero dell’Ambiente, all’ISPRA, al Prefetto di Ancona, al CTR Marche, alla Regione, all’ARPAM e al Sindaco di Falconara. Il Consigliere Calcina ha specificato: “Nella segnalazione inviata, abbiamo chiesto che, tra le ipotesi che possono aver determinato l’emissione dalla ciminiera, venga verificata anche l’ipotesi di un blocco o un malfunzionamento di uno o più impianti del complesso ciclo di desolforazione. Inoltre”, continua il Consigliere delle civiche, “abbiamo chiesto dati sulla portata m³/h dei fumi emessi dalla ciminiera dalle ore 13 alle ore 17 e per l’intera giornata nonché le concentrazioni e quantità in Tonnellate di Monossido di Carbonio, Polveri totali, Idrogeno Solforato, Ossidi di Azoto e Biossido di Zolfo emesse. Ciò che è andato in aria nel pomeriggio del 14 novembre è ricaduto da qualche parte, indipendentemente dalla direzione del vento che ha risparmiato la città di Falconara”! Pubblichiamo la segnalazione inviata.

In data 14 novembre 2019, a partire dalle ore 15 circa è stata notata una copiosa emissione di fumo da una delle ciminiere della raffineria API di Falconara Marittima. La documentazione fotografica allegata – realizzata da numerosi cittadini che hanno assistito all’emissione – rende l’idea di quanto verificatosi.

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A seguito di una ricognizione tra le schede tecniche degli impianti della raffineria API reperibili tra la documentazione che la stessa azienda fornisce per il riesame, revisione o rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale oppure per la valutazione circa l’implementazione di nuovi impianti, il Consigliere Calcina ha sottoposto all’attenzione dei destinatari della segnalazione/richiesta l’ipotesi che la ciminiera interessata possa essere la E17 a servizio dell’impianto denominato Unità di Recupero Zolfo (SRU). Pubblichiamo l’intero documento inviato. ( leggi QUI’ )

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ESALAZIONI in via Saline e Castelferretti: interrogazione congiunta di CiC/FBC/SAF e Lega rivolta a Sindaco e Assessore all’Ambiente. Sono state richieste alle aziende che operano lungo via Saline le schede delle lavorazioni effettuate nella giornata del 25 ottobre 2019?

doppio-simbolo.JPG  Le civiche CiC/FBC/SAF e la LEGA hanno protocollato una interrogazione rivolta al Sindaco e all’Assessore all’Ambiente del Comune di Falconara Marittima riguardo alle pesanti esalazioni diffusesi nella serata del 25 ottobre scorso in via Saline e nel vicino abitato di Castelferretti.

pericolo.JPGI Capigruppo Loris Calcina e Stefano Caricchio chiedono all’Amministrazione comunale se sia intervenuta in zona e di relazionare su che tipo di intervento e che cosa abbia riscontrato di concerto con i Vigili del Fuoco, l’ARPAM, i Carabinieri ed il personale di ViVa Servizi SpA.

Ovviamente sappiamo che nel momento in cui i referti delle analisi effettuate sono state inviate alla Procura della Repubblica ed è stato aperto un fascicolo, alcune informazioni non sono divulgabili neanche in Consiglio comunale” hanno dichiarato Loris Calcina e Stefano Caricchio, “ma altre informazioni sono senza dubbio comunicabili, come quelle sulla modalità di intervento dell’Amministrazione comunale e di ViVa Servizi di cui il Comune è Socio ed azionista. Per esempio è interessante sapere se si sono riscontrati problemi con le acque in arrivo al depuratore consortile. Crediamo che interessi anche i cittadini di Castelferretti sapere se sono state richieste alle aziende che operano lungo via Saline le schede delle lavorazioni effettuate nella giornata del 25 ottobre 2019. Ripetiamo: non i dettagli che possono riguardare strettamente le indagini della Procura della Repubblica, ma soltanto se quella acquisizione sia lecita ed interessante da fare“.

Il Consigliere Loris Calcina che è intervenuto sul posto dalle 21.45 alle 23.30 ha aggiunto: “Ho appreso dai residenti che le intense esalazioni erano associabili all’olezzo di uova marce e i Tecnici presenti hanno più volte parlato di H2S, Idrogeno solforato“.

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