Diamo a Cesare quel che è di Cesare

Scritto il 17 Luglio 2009 
Pubblicato su Comunicati Lista Cittadini

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Noi, cittadini in Comune, non siamo abituati ai modi del politichese, a quel parlare per non dire niente (come la parodia di Verdone del “sempre tesa!” ), alla contrapposizione sterile e ostinata che porta a tacere di fronte alle azioni giuste fatte dalla parte avversaria pur di non dare “soddisfazione”.

A noi, che non siamo politicanti, non ci importa nulla di questa retorica. Ci piace dire “pane al pane e vino al vino”, dando “a Cesare quel che è di Cesare” come amavano dire i nostri vecchi.

Personalemnte quindi non posso che applaudire la scelta dell’attuale maggioranza di dedicare una via all’amico e rimpianto Sirio Sebastianelli. Un vero comunista, ma soprattutto un uomo per bene. Dico bravi ai rappresentanti del PdL falconarese perchè hanno dato prova di sapersi elevare dalla bassezza e dalla miseria alla quale la politica vista in TV (e non solo) ci ha abituato negli ultimi tempi.

Sirio era un Castelfrettese. Un cittadino amato e disponibile, ma soprattutto onesto e coerente, quindi degno  di rispetto e considerazione a prescindere dal fatto che si possa condividere o non condividere il suo pensiero. Aver dedicato una via a Sirio nella sua Castelferretti è manifestazione di questo rispetto. Bravi, davvero, e Grazie.

Ma, proprio per dare a Cesare quel che è di Cesare, resta un rammarico. Che questo rispetto sia solo un’operazione di facciata e come tale sempre lodevole, ma anche un tantino amara.

Ho la sensazione che questo riconoscimento sia anche un modo per qualcuno per salvarsi la coscienza rispetto a qualcosa. Qualcosa che, se Sirio fosse stato vivo, lo avrebbe fatto andare in bestia.  Mi chiedo infatti, a volte, che cosa avrebbe detto Sirio della Variante-scandalo di Montedomini! o del modo di gestire i fossi, e di tanto altro ancora…

Allora penso che non è tanto importante ricordare il nome delle persone e scriverlo su una fredda lapide, quanto serbarne dentro l’anima il ricordo e condividere, nella propria esistenza, i suoi stessi valori e sentimenti.

E già!  “a discòr n’è fadìga!” avrebbe commentato Sirio, e parlandomi sottovoce avrebbe aggiunto con gli occhietti furbi: “‘n te ne pià: le cerque ‘n fàn le melarance!

Carlo Brunelli

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