Il destino del CAM riguarda tutti i falconaresi!

Scritto il 18 Novembre 2010 
Pubblicato su Comunicati Lista Cittadini

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Il destino del CAM, la prospettiva della gestione futura del servizio rifiuti, non sono questioni che riguardano due aziende private – CAM e Hera / Marche Multiservizi.  Sono cose che riguardano l’intera società falconarese.

Il rifiuto dato dall’Amministrazione Brandoni alla nostra proposta di dedicare un Consiglio comunale ad hoc per discutere della vicenda è un fatto grave e irresponsabile che denota, nella migliore delle ipotesi, una preoccupante sottovalutazione del problema.

Una sottovalutazione che traspare anche dalle affermazioni fatte sulla stampa locale dall’assessore ai Lavori pubblici ed in merito alle quali vorremmo evidenziare alcune contraddizioni di fondo.

Se l’obiettivo finale che si pone Astolfi, e che condividiamo, è quello di ridurre la quantità di rifiuti, allora la strada da perseguire è quella di favorire con decisione l’attivazione di comportamenti virtuosi e di far gravare i costi del servizio su chi invece, in nome della propria comodità, adotta comportamenti che creano danno alla collettività.

Per attivare questa responsabilizzazione civile, basata sui principi di equità e giustizia, occorre in primo luogo ripartire i costi del servizio in modo equo e giusto. L’attuale sistema della TARSU, basata sulla superficie dei locali di proprietà, non è né equa né giusta in quanto non premia affatto il comportamento virtuoso come invece accade con il sistema a Tariffa, dove si paga per la quantità del rifiuto non riciclabile prodotto.

Sappiamo che l’unico modo per attivare un sistema a tariffa è quello chiamato del “porta a porta”.
Si dice però che il porta a porta è un sistema “scomodo”, ma si tratta in realtà di assumere una diversa abitudine rispetto alla quale la gran parte dei cittadini è già preparata.

Si dice che è un sistema “costoso” ma non si chiarisce che, se è vero che in una prima fase può determinare un incremento complessivo dei costi, così non è negli anni successivi e soprattutto, il maggior costo graverebbe su chi si comporta male, mentre per chi si comporta bene è dimostrato che la spesa diminuisce da subito.

Quello di cui abbiamo bisogno è di un programma di azioni decise e mirate, non di palliativi. Serve un piano industriale per il CAM che dia certezze ai lavoratori e questo può avvenire agendo anche a scala comunale, visto che a livello provinciale regna il caos più totale…

Un piano industriale che eviti le assurdità attuali come il fatto di dover portare i nostri rifiuti organici a Rovigo!.

Un piano industriale la cui assenza è la vera causa del fallimento della fusione con AnconAmbiente ed il motivo per cui, oggi, il CAM è stato sciaguratamente messo nelle mani di Hera/Marche Multiservizi il cui obbiettivo industriale è la perpetuazione della produzione di rifiuti da mandare a discarica o ad incenerimento.

Una follia in termini di spreco e costi sociali, ma redditizio per i dividendi degli azionisti di Hera.

Attrezzarsi oggi, come Astolfi e la Hera propongono, per operare la raccolta di prossimità significa non solo perdere tempo prezioso ma investire in una direzione sbagliata che porta inevitabilmente all’incenerimento o alla ri-produzione dei rifiuti.

L’errore che l’assessore Astolfi commette  è di credere che la gestione dei rifiuti possa trasformarsi in un business. Se questo accadesse il suo stesso obiettivo finale, quello della riduzione dei rifiuti, sarebbe impossibile in quanto limitativo del vantaggio economico. La produzione dei rifiuti, qualora il rifiuto viene visto come una risorsa, è inevitabilmente destinata a crescere.

La visione propria della Hera – il rifiuto come risorsa – non può essere quella di un Amministratore pubblico che pone al centro del suo operare il bene comune. Per un Amministratore pubblico il rifiuto resta un rifiuto e l’obiettivo resta quello di ridurne la quantità prodotta fino a portarla a zero. Non è impossibile. Basta soltanto volerlo e non farsi distrarre dai cattivi consiglieri.

Loris Calcina & Carlo Brunelli

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