Un po’ di storia vera sulla chiusura del “campo nomadi” di Falconara M.ma
Scritto il 27 Agosto 2010
Pubblicato su Comunicati Lista Cittadini
La chiusura dell’ “area di sosta temporanea nomadi” da parte della Giunta Brandoni è iniziata soltanto pochi giorni fa perché i tempi sono stati imposti dalla Prefettura!
Dunque il Sindaco Brandoni e la sua Giunta hanno dovuto rimandare per ben due volte il malcelato desiderio di farne oggetto di propaganda: la prima volta nel 2008 ad elezioni vinte, e la seconda il 23/6/2009 con la famosa Delibera di Giunta n. 150 che vagheggiava un gattile/canile al posto delle persone del “campo”!
Proprio quella Delibera n. 150 aveva fatto maturare qualcosa di imprevedibile: i Comitati dei quartieri Fiumesino e Villanova, i rappresentanti delle Famiglie Rom, l’associazione LHASA e il consigliere di Cittadini in Comune avevano congiuntamente scritto al Prefetto di Ancona ed erano stati ricevuti in Prefettura a Settembre 2009.
Vedere: http://www.comitati-cittadini.org/2009/07/campo-nomadi-e-comune/
TUTTI chiesero un intervento diretto del Prefetto spiegando che erano d’accordo sulla progressiva chiusura del “campo nomadi” a patto che - chi aveva la residenza a Falconara M.ma - non fosse buttato in mezzo alla strada o fosse costretto a concentrarsi nelle abitazioni presso i propri parenti e, soprattutto, che si ponesse fine alla palese politica di ghettizzazione che interessa soprattutto i quartieri di Fiumesino e Villanova!
Accadde che il progetto dello smantellamento immediato del “campo nomadi” per realizzare il gattile/canile fu bocciato dal Ministero dell’Interno (e lì contò il parere della Prefettura di Ancona!).
Ed accadde che l’Amministrazione comunale falconarese fu convocata dal Prefetto per i rischi di una chiusura alla cieca del “campo nomadi”!
Ed accadde ancora che di lì a poco - il 23/11/2009 - la Giunta Brandoni volle dimostrare lo stesso la sua forza con i deboli e mise in scena il vergognoso sgombero della famiglia Caimmi con due bambini piccolissimi che per giorni non trovarono più neanche il vestiario “sgomberato”!
Non conosciamo gli esiti precisi delle riunioni con la Prefettura sui tempi necessari alla chiusura del “campo nomadi” ma, oggi, le parole del Sindaco Brandoni sono più che eloquenti: “abbiamo dovuto concordare il percorso con la Prefettura“.
Pertanto, nel momento in cui ci sono da sistemare soltanto due nuclei familiari con residenza falconarese, non è azzardato sostenere che oggi, agosto 2010, l’inizio della chiusura del “campo nomadi” è un “risultato garantista” ottenuto grazie al lucido intervento di quelle associazioni di volontariato - in questo caso Comitati Villanova e Fiumesino, LHASA, rappresentanti delle Famiglie Rom - che il Sindaco Brandoni continua a considerare con fastidio.
Però, tra quelli esposti alla Prefettura di Ancona, un punto rimane pericolosamente non affrontato - non certo per responsabilità della Prefettura - dall’Amministrazione Brandoni: la fine della ghettizzazione dei quartieri Villanova e Fiumesino.
E’ su questo che Cittadini in Comune concentrerà la sua azione, dopo che per ben due volte - in Commissione Consiliare VI^ ed in Consiglio Comunale - la maggioranza PdL del Sindaco Brandoni ha bocciato la proposta di CiC tesa a diluire su tutto il territorio comunale la sistemazione, l’integrazione e il recupero del disagio sociale.
Loris Calcina (capogruppo consiliare Lista Civile Cittadini in Comune - Falconara M.ma)
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2 Commenti a “Un po’ di storia vera sulla chiusura del “campo nomadi” di Falconara M.ma”
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Sempre la solita solfa, i politi sanno essere forti con i deboli e deboli con i forti.
Per chi aveva questi atteggiamenti una volta si usava il termine Vigliacco, oggi è un po’ passato di moda.
A proposito il Partito Defunto (PD) che dice al riguardo? Immagino un bel silenzio assenso.
La chiusura dell’area adibita alla sosta/transito dei Rom falconaresi (solo loro hanno dimorato nell’area fin dalla sua edificazione) può essere un bene, se per i suoi abitanti vi è una buona politica d’integrazione abitativa, anche perchè nel sito in questione vi abitavano cittadini italiani, falconaresi e, al cinquanta per cento, non Rom. Per essere più chiari uno su due abitanti l’area non era Rom. In generale non mi sembra che a Falconara vi sia un’attenta politica d’integrazione abitativa, anzi direi che non vi è una politica abitativa. Gli affitti sono molto alti, non tutti si possono permettere l’acquisto di una casa. Le poche case ERAP (dette case popolari) vengono costruite poco e sempre negli stessi siti cittadini (Castelferretti/Fiumesino), comunque sono insufficinti. L’Amministrazione Comunale ha deciso di vendere le case comunali utilizzate fino ad ora per l’emergenza abitativa (forse non ci sono più cittadini falconaresi che ne hanno bisogno). L’area di sosta per i Rom è stata chiusa (almeno sembra, ma ancora non ho controllato). Ritorneremo a vedere le roulottes parcheggiate nei luoghi pubblici com’era prima della sua apertura? Non so dare una risposta, ma è bene che tutti sappiano che dentro l’area non abitavano stranieri, clandestini extracomunitari, ma cittadini falconaresi che sono ancora sul territtorio. Forse abiteranno una casa ERAP, forse il Comune li aiuterà con un contributo a pagare un affitto, forse darà loro una casa d’emergenza (se ancora ne possiede), forse ne occuperanno una, magari abusivamente. Forse bivaccheranno un pò qui ed un pò la, come già fanno piccole, ma non troppo, comunità di rumeni.
Chissà se quando bivaccheranno l’Amministrazione si comporterà come si è comportata con Pasquale. Ricordate? Quel signore che dormiva in macchina.
Allora non aveva la residenza nella nostra città e gli avevano fatto un foglio di via. Oggi è cittadino falconarese anche lui, grazie alla solidarietà che contraddistingue molti volenterosi suoi concittadini.