Quella strana paura del popolo sovrano…
Scritto il 30 Giugno 2009
Pubblicato su Comunicati Lista Cittadini
Ieri sera, in Consiglio comunale, abbiamo assistito all’ennesimo confronto sui diversi modi di intendere la democrazia. Tra chi, come noi di CiC, ritiene che la democrazia sia fondamentalmente l’espressione del volere popolare e chi invece sottolinea l’aspetto della rappresentanza, e quindi del ruolo centrale dei partiti politici, come essenza delle isitituzioni democratiche.
Secondo il punto di vista di Clemente Rossi, capogruppo del PdL in Consiglio, la proposta avanzata da Loris Calcina per l’eliminazione del quorum al 51% per la validazione dei referendum comunali è “eversiva”. A suo parere, le forme della democrazia diretta sono “destabilizzanti” e quindi pericolose per le isituzioni democratiche.
Evidentemente noi e Clemente Rossi abbiamo una diversa concezione della parola “democrazia”. Ma si tratta di diverse opinioni attorno alla medesima realtà o esistono, di fatto, diverse democrazie alle quali ciascuno di noi fa riferimento?Per chiarirci questo aspetto, dobbiamo innanzi tutto stabilire se la nostra attuale democrazia rappresentativa sia l’unica democrazia concretamente applicabile o esistano altre democrazie, e se esistono, dobbiamo capire come mai in Europa si sia affermata proprio la democrazia rappresentativa e se questa sia oggi la migliore delle democrazie possibili o, quanto meno, la più rispondente agli attuali bisogni della società civile.
Sappiamo dalla storia che la democrazia nacque in Grecia a partire dal 1° millennio a.C.. Il suo ordinamento non prevedeva rappresentanza ma ciascun cittadino esprimeva direttamente la sua opinione ed eleggeva direttamente il governatore.
Amarthya Sen, il noto premio Nobel dell’economia, ci ha illustrato, in un recente libro, come la democrazia non sia affatto una ricetta esclusiva della civiltà occidentale, perchè esperienze di democrazia sono avvenute storicamente in Persia, in India, in Cina e pressochè in tutte le aree del pianeta.
La democrazia rappresentativa è quindi una delle tante, possibili forme di democrazia, che nasce e si afferma in un preciso momento storico ed in un particolare contesto economico-sociale ed i cui caratteri, sebbene in nuove modalità, perdurano ancora oggi.
La democrazia rappresentativa è il sistema adottato dalla borghesia mercantile al potere ed è associato al primato dell’economia nella società umana. Primato tolto alla religione, alla nobiltà o alla forza militare il cui esercizio di potestà aveva dato luogo a ben diverse organizzazioni della società.
Perchè la borghesia “inventa” la rappresentatività e non riprende il modo greco di fare democrazia?
I motivi sono molteplici e complessi, ed io non posso che tentare qui una mia interpretazione del problema.In primo luogo è evidente che la società marcantile-industriale è ben diversa da quella della Grecia classica.
La moderna società mercantile è nata dalla rivoluzione francese - che è rivoluzione di popolo - ed estende quindi il diritto politico a tutta la popolazione, secondo i dettami dell’illuminismo. Nella Grecia classica invece solo una parte della popolazione, per censo e per valore riconosciuto, aveva il diritto/dovere di esercitare la res publica.
Ne consegue però che con l’estensione del diritto politico al popolo, essendo il popolo in gran parte incolto, analfabeta, indigente, si rischia di dare in mano il potere a una massa di gente che non è in grado, culturalmente, di gestire la società degli stati nazionali. L’unica via di uscita sembra allora essere quella di semplificare, limitare l’esercizio politico del popolo alla scelta di rappresentanti che abbiano idonee caratteristiche per partecipare costruttivamente al governo del Paese. La nascita e l”organizzazione dei Partiti deriva dalla medesima necessità di formare una rappresentanza qualificata, che sappia tradurre le istanze popolari in un progetto politico.
In un certo senso è un pò quello che già si era sperimentato a Roma nel periodo repubblicano con i tribuni della plebe.
C’è poi un secondo aspetto, se vogliamo più cinico, ma non meno concreto. La rivoluzione francese aveva dimostrato che di fronte al moto insurrezionale del popolo il Potere era vulnerabile. La presa della Bastiglia, le teste dei nobili cadute, erano un terrificante mònito per i nuovi detentori del potere economico. Più tardi la rivoluzione russa non fece che confermare la devastante capacità destabilizzante delle masse popolari. Ecco che i padroni dell’economia trovano estremamente vantaggioso interporre tra sè e il popolo un filtro, un ammortizzatore, un potere apparente. I partiti, come strutture istituzionali di rappresentanza democratica e governo politico parlamentare sono questo formidabile interfaccia. Basta che il potere economico si accordi con i partiti, garantendo protezione e privilegi, ed ecco che il potere resta saldamente nelle mani dell’economia, regolato dalle borse e dai trust, ed il rischio di divenire bersaglio dei moti di popolo è esorcizzato. Il popolo che si scagliava contro Andreotti o Berlinguer non conosceva in realtà neppure il nome di chi gestiva il potere economico nell’italia della crisi del ‘70.
In questo senso, l’esempio di Masaniello ha fatto scuola. L’insurrezione degli affamati napoletani è stata vinta con la trappola della rappresentanza. Masaniello, rappresentatnte del popolo, una volta a corte è stato rapidamente controllato, per poi essere facilmente delegittimato di fronte al suo popolo, che ha perso entusiasmo e fiducia.
Ciò che sta accadendo in questi anni non è che la replica del dramma di Masaniello. I partiti politici sono saliti a corte e sono sotto il controllo del potere mercantile. Sono poi delegittimati di fronte al popolo che, seppure insoddisfatto, è smarrito, non ha punti di riferimento. Una situazione di crisi profonda dei valori democratici, della credibilità dei partiti, che viene continuamente declamata ma rispetto alla quale non si prende alcun provvedimento, perchè, evidentemente, sta bene così.
Le sedi di partito sono deserte. In Polonia alle ultime elezioni europee ha votato appena il 30% degli aventi diritto, ma le elezioni sono state validate! Se avesse votato il 5% serebbero state validate lo stesso! Ma quando si tratta di votare un referendum, strumento attraverso il quale si fa esercizio di democrazia diretta scavalcando il filtro della rappresentanza, allora è necessario il quorum del 51% ! E su questa posizione, non è un caso, sono concordi TUTTI i partiti: PdL, PD, UdC. Solo noi cittadini abbiamo votato per l’abolizione del quorum!
Agli uomini di partito il ruolo dei Masaniello a corte sta comunque bene, anche se durante il Consiglio comunale la sala e vuota, anche se non riescono a portare in piazza più di venti persone. A corte comunque mangiano e non fanno nulla. Altrimenti dovrebbero tornare in mezzo al popolo e trovarsi un lavoro.
Tuttavia permettetemi di fare un’ultima considerazione. Se i motivi fondanti su cui si basa la moderna democrazia rappresentativa, secondo la mia interpretazione, sono condivisibili, allora si pone un problema serio.
Il gioco di Masaniello potrà pure funzionare ancora, oggi come alle origini della società borghese, ma il fatto è che il popolo è cambiato. I cittadini non sono più la massa di analfabeti, emarginati, ignoranti che si possono abbindolare o comprare con un tozzo di pane. I cittadini di oggi sono istruiti, capiscono, si informano e giudicano.
Per quanto tentiate di inculcare la paura del futuro e del presente, l’incertezza, la precarietà, non riuscirete a piegare le gambe di persone che vogliono stare in piedi, che vogliono vedere e prendere la parola per dire ciò che pensano.
Non è più il povero Masaniello che bussa a Corte, ma sono centinaia, migliaia di cittadini coscienti, che non vogliono più delegare a voi il loro futuro. Fossi in voi mediterei bene su questo…
Non abbiate riserve ad ammettere che avete paura del popolo e che è tempo di aprire nuove strade alla democrazia partecipata.
Non vi rinchiudete nella sacralità di istituzioni che voi stessi, per primi, avete infangato. Apritevi al cambiamento prima che vi troviate soli, in preda all’ansia, con una strana sensazione di fastidio al collo…
Carlo Brunelli
Commenti
3 Commenti a “Quella strana paura del popolo sovrano…”
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Caro Carlo,
le tue considerazioni meritano rispetto ed approfondimento.Sono disponibile, ma non solo io, ad una ampia discussione nelle Sedi più consone e nelle occasioni più opportune.
Voglio solo puntualizzare che nell’ambito del Consiglio Comunale, per quanto di mia conoscenza, ciascuno vive onestamente del proprio lavoro, non ci sono prebende di sorta e al modestissimo gettone di presenza aggiungiamo tempo, passione e oneri economici personali.
In secondo luogo e in merito al dibattito, mi preme sottolineare che mi riferivo alla forma di democrazia prevista dalla nostra Carta Costituzionale. Siamo alla vigilia di un superamento della stessa? Chi può dirlo. Il dibattito è aperto.
Con immutata stima e affetto.
Clemente Rossi
Caro Clemente,
Sei troppo intelligente e preparato per non capire che non mi riferivo affatto a forme di dipendenza diretta, di tipo economico, di politici rispetto ai potenti, e che si parla sempre in riferimento a “sistemi” di gestione del potere.
Apprezzo comunque la disponibilità al dialogo ed al confronto aperto su questi temi e ti propongo di farne occasione per organizzare insieme un convegno-dibattito pubblico sul tema della democrazia (e perchè no, dell’economia) nel terzo millennio.
Carlo Brunelli
MASTER and servant
Piccola Allegoria della nuova tirannide
Democrazia elettiva
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e con i mezzi stabiliti dalle famiglie dei padroni.
Il padrone dice al servo: “ma ti faccio votare, non ti senti sovrano?”
I padroni di bassa qualità, per restare al potere, usano sgherri e lacchè per tartassare i servi, e utilizzano parte dei soldi estorti ai servi per pagare sgherri e lacchè, ovvero per comprarsi voti. Il resto lo intascano loro.
Questo permette loro di socializzare i costi del consenso, cioè di far pagare alla maggioranza di oppositori o di disinteressati il costo sia delle rendite distribuite ai clientes sia dei copiosi sussidi che le famiglie al potere ritagliano per se stesse, camuffandoli sotto le più varie forme e con le più varie modalità. Ovviamente, a tal fine, più disinteressati e distratti ci sono fra il popolo, meglio è.
(“… se metà dei servi si rivoltano, abbiamo abbastanza denaro per assoldare l’altra metà dei servi, e mandarla a sparare addosso ai rivoltosi…”
oggi non è più necessario sparare ai servi, c’è il lavaggio del cervello, basta mandarli in discoteca o far loro vedere i reality, non si rivolteranno più…)
Uguaglianza
Il padrone vuole tutti i servi uguali davanti a lui.
Non vuole capaci ed efficienti competitor, vuole servi balordi, cannati, da discoteca, da stadio, o, nella migliore delle ipotesi, da offerte dei centri commerciali.
Accoglienza
Il padrone sostituisce i servi italiani pretenziosi, organizzati, sindacalizzati, relativamente acculturati, con nuovi servi africani, asiatici, sudamericani, disperati disposti a tutto, a lavorare 18 ore al giorno in uno scantinato, a vivere in venti in una bicocca.
La nuova forza lavoro per la grande industria assistita succhiasoldipubblici, la nuova manovalanza per la criminalità organizzata, nuovi corpi a disposizione per chi va a p.ttane o a viados.
Solidarietà
Sussidi di stato per chi gestisce l’immigrazione dei nuovi servi. Soldi pubblici per chi ci mangia sopra. Elemosine gestite clientelarmente. Soldi di noi contribuenti coi quali i padroni comprano voti e consenso.
Garantismo
Il dominante di infima qualità, quello che si impone con la violenza, con la menzogna, col crimine, col furto, con l’inganno, mantiene i governati nelle peggiori condizioni possibili, perché sa che peggiore è la qualità di vita dei governati, tanto meglio è per lui. La sua greppia e il suo scranno sono più sicuri.
Colpisce i dominati onesti e lavoratori, e favorisce i delinquenti, i puzzoni, gli insolventi, i truffatori. Le organizzazioni criminali, braccio armato dei padroni nei traffici illeciti, non devono essere disturbate.
Favor rei e favor debitoris.
E’ garantista chi sulla delinquenza ci mangia sopra.
Mezzi di distrazione di massa , mezzi di asservimento di massa (balla servo, balla)
Il padrone guarda il buon servo, tatuato e con piercing, ballare nella discoteca che ha fatto costruire per lui e per gli altri suoi servi , e pensa:
“BALLA SERVO, BALLA.
Da quello scemo che sei.
Picchiati con qualche altro servo, da quel cafone bullo che sei, ma ovviamente a me non mi tocchi neanche con un dito, neppure sai chi sono.
Vieni nella mia discoteca a cercare sesso o affetto, l’anima gemella o una delle mie puttane pagandola.
E impasticcati, riempiti della droga e dell’alcool che ti vendo, sfasciati nell’automobilina elettronica che ho fabbricato per te.
Cos’altro ti meriti, fesso come sei.
E vivi e lavora per me , pagami tasse e contributi , lascia che ti inflaziono i tuoi risparmi , usa questa moneta di carta straccia da me imposta , pagami il 20% d’IVA su ogni cosa che compri , vieni a leccarmi il sedere se vuoi un posto di lavoro…
Ma… a tutto questo non devi pensare, né ora né mai, devi rimuoverlo dalla mente, da quella tua mente tanto stupida e indifesa che io controllo così bene. Non pensare, testa vuota, BALLA.
Ti do panem et circensem.
Droga, discoteca, calcio, musica, TV spazzatura, notti bianche, concerti in piazza, rave: ho creato tutto questo per te,
proprio per TE,
SERVO.
Figlio di fessi e fesso tu stesso, fesso e servo ti faccio rimanere.
A te e alla tua famiglia di servi fessi.
Servi per l’eternità”
Emancipazione
Il buon servo deve ballare, ascoltare musica, innamorarsi, fare sesso.
I padroni fanno i soldi, i servi fanno i figli.
La moglie, la figlia, la sorella del servo devono essere a disposizione del padrone.
La famiglia del servo deve essere disunita, disorganizzata, lacerata da liti interne e divorzi, marito contro moglie, figli contro genitori, fratelli l’uno contro l’altro.
La famiglia del servo deve essere divisa, debole, non competitiva, non pericolosa, disarmata, imbelle.
Dividi et impera.
Trasgressione
Il servo che trasgredisce obbedisce al padrone. E’ funzionale al regime. E’ per lui lecito fare del male a se stesso e agli altri servi. Nessun giudice nominato dai padroni lo punirà.
Il padrone vuole che il servo balordo trasgredisca le regole del vivere civile tra servi e faccia così vivere male se stesso e gli altri servi. Così i servi vivono soffocati nella m.rda, e non pensano a rivoltarsi, a uccidere le famiglie dei padroni.
Pub, discoteche, piercing, tatuaggi, ultras, droga, alcool: facciamo scannare i servi tra di loro, noi padroni vivremo più tranquilli.
Dividi et impera, semper.
Filippo Matteucci - DEMOCRAZIA TURNARIA
Libertarian Writer & Blogger
P.S. – spunto di riflessione per qualsiasi buon servo : sai quali famiglie padrone controllano il tuo comune, la tua provincia, la tua regione, la tua vuota esistenza, la tua vuota testa …?
Nessuna associazione politica, nessun movimento, nessun partito, nessuna cooperativa, nessun sindacato, è veramente democratico se non prevede la possibilità per qualsiasi associato di ricoprire cariche a semplice sua richiesta, a turno, magari tramite un cursus honorum (cioè partendo da incarichi minori e poi salendo a quelli di maggior potere), se non prevede che chi ha già ricoperto cariche non può ricoprirle nuovamente (magari per 10 o 20 anni), ma deve dare la possibilità anche agli altri di svolgere quelle funzioni.
Le elezioni sono solo una truffa ai danni di chi non ha potere, servono a far eleggere chi vuole il potente, il dominante, il padrone.
Le elezioni non sono mai libere, sono l’esatto contrario della libertà e della democrazia.
L’unica differenza fra destra o sinistra è che sono strumenti di cosche di famiglie padrone diverse.
Se il popolo vuole la democrazia se la deve fare da solo: auto-organizzazione, propaganda, perseveranza.
ps2: i libertarian anonimi sono inutili per il semplice motivo che in guerra sulle lapidi è necessario incidere nomi.