Tavole rotonde…pensieri quadrati
Scritto il 8 Aprile 2009
Pubblicato su Comunicati Lista Cittadini
Sabato scorso ho assistito, in compagnia dell’Ammiraglio De Paolis, ad un interessante convegno ad Osimo, organizzato dai Lions sul tema delle energie rinnovabili. Sono intervenuti esperti e docenti universitari per illustrare in modo veramente efficace i rapporti tra economia, produzione energetica e cambiamenti climatici.
Nella tavola rotonda sono poi stati chiamati a discutere sul tema i rappresentanti delle diverse compagini che governano la società. Per la Confindustria il presidente Federico Vitali, il Prof. Giovanni Latini per l’Università Politecnica delle Marche e, in rappresentanza della politica, l’Assessore provinciale all’ambiente Marcello Mariani e il direttore del dipartimento territorio ambiente della Regione Abruzzo Antonio Sorgi.
Tutti i partecipanti hanno concordato sulla ineluttabilità ed urgenza di puntare con la massima decisione sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e sull’abbandono delle fonti combustibili fossili (petrolio, metano, carbone).
Vitali, in particolare, ha formulato le richieste degli industriali, incentrate sulla necessità di regole certe, di coesione e decisione nelle scelte.
L’Ass. Mariani ha aggiunto l’importanza di una nuova dimensione etica dell’economia ed assieme al dott.Sorgi ha parlato della necessità di stabilire nuovi rapporti con i cittadini, le cui rivendicazioni troppo spesso sono bollate negativamente come Nimby (non nel mio giardino). Per il caso delle nuove centrali richieste dall’API Mariani ha quindi dato ragione alle proteste dei cittadini che non vogliono ulteriori carichi di inquinamento e rischio in un’area già riconosciuta ad elevato rischio di crisi ambientale.
Uscendo dalla conferenza io e l’Ammiraglio ci siamo sentiti sollevati: dopo tutto l’intera società sembra aver capito che bisogna imboccare una nuova strada, puntando sulle energie pulite, e che occorre farlo senza indugio. La politica poi sembra aver capito l’importanza e la serietà del messaggio che proviene dai comitati cittadini.
E’ fatta, ci siamo detti. Ma dopo un po’ ho sentito riemergere in me una sensazione di insicurezza e disagio.Parole, mi sono detto. Solo belle parole.
E tra le tante parole, qualcuna stonata. Vitali che parla della necessità di garantire rapidamente l’autosufficienza nella produzione di energia elettrica per le Marche. Latini che sottolinea il rapporto basilare che deve esserci tra università ed imprese. Nelle parole si svelano sottili le contraddizioni. Celate abilmente dagli esperti oratori e per questo fonte di maggiore preoccupazione.
Una società sana, dopo le affermazioni fatte dai suoi rappresentanti nel convegno di Osimo, passerebbe ai fatti senza alcun indugio. Una società sana, qualora si presentasse un’impresa, per quanto ricca e potente, che volesse approfittare furbescamente della crisi per speculare sugli scarti del petrolio a danno della salute e dell’economia reale della comunità, la metterebbe all’indice. Perché i furbi, gli approfittatori non avrebbero luogo in una società sana.
Ma noi siamo sempre stati bravi a coprire con le parole le nostre meschinità.
Citando Brecht che dice “quando i potenti parlano di pace, preparano la guerra”, comprendiamo come ci sia una sostanziale falsità della parola che tende a coprire e giustificare ciò che ci fa comodo. Tale fattore si chiama “ipocrisia”. L’ipocrisia è quel modo di essere e di fare per cui si accetta come normale il paradosso e la contraddizione. E’ il non mettere in discussione (ipo-crisis) uno stato di cose perché, se lo facessimo, dovremmo mettere in discussione anche noi stessi e i nostri piccoli o grandi privilegi. E questo non ci conviene.
Se vogliamo cambiare la società dobbiamo avere bene in mente che non siamo di fronte ad una situazione per cui basta fare qualche piccola riforma e le cose vanno a posto. Quello che serve, se si vuole veramente cambiare la società, è dichiarare guerra all’ipocrisia ed alla disonestà. E se vogliamo intraprendere questo cammino quella che dobbiamo attuare è una vera rivoluzione. Una rivoluzione civile, radicale e vastissima, come mai si è vista nella storia dell’umanità.
Carlo Brunelli
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