URBANISTICA FALCONARA: il Sindaco Assessore tratta la città come fosse il tinello di casa sua

Scritto il 3 Febbraio 2011 
Pubblicato su Comunicati Lista Cittadini, Infrastrutture e Territorio

quale urbanistica Tra gli innumerevoli punti critici dell’Amministrazione comunale di Falconara M.ma l’abbandono dell’Assessore Petri non rappresenta quello più stridente.

Per Cittadini in Comune ciò che stride con evidenza è l’assoluta mancanza di trasparenza dimostrata dalla Giunta Brandoni sia nelle scelte strategiche che in quelle minori per la città, unita alla genetica diffidenza nei confronti della partecipazione dei cittadini alla definizione del futuro della città che essi vivono e contribuiscono a far vivere.

Il percorso di cessione del CAM, le partite con l’API per le centrali termoelettriche, la Convenzione ed il rigassificatore, il rapporto con la Società che gestisce i parcheggi, gli alloggi di emergenza e le emergenze sociali in genere, il parcheggio al parco Kennedy, la messa in sicurezza dei fossi di Castelferretti … ed infine l’urbanistica, a partire dalla Variante Montedomini di Castelferretti.

Tutte partite che presentano aspetti rilevanti da chiarire, partite che hanno obbligato la Lista Civile Cittadini in Comune a ricorrere ai pareri della Corte dei Conti, che hanno obbligato associazioni e comitati di cittadini a ricorrete al Tribunale Amministrativo Regionale, a diffidare l’Amministrazione comunale e stanno inducendo altri a costituire nuovi comitati per autotutelarsi.

Di questa diffidenza della cittadinanza per le mosse dell’Amministrazione comunale il primo responsabile è il Sindaco Brandoni il quale ha impostato l’azione della sua Giunta ribaltando nel modo seguente il criterio della “partecipazione”: prima elaboro idee e progetti che riguardano il futuro della città coinvolgendo solo la parte imprenditoriale, economicamente forte della cittadinanza e poi, se me lo chiedono, sento anche gli altri cittadini che vivono la città.

Per quanto riguarda l’urbanistica, questa inversione del criterio della partecipazione sta determinando una miopia nella pianificazione del futuro della città per cui sembra che il Sindaco/Assessore all’Urbanistica consideri Falconara come fosse il tinello di casa sua dove c’è da decidere semplicemente il colore della tappezzeria!

E’ evidente che non è condivisibile questo atteggiamento politico poiché così viene elusa (da tre anni!) la prima domanda su cui dovrebbe essere chiamata a ragionare la città intera: perchè mai si dovrebbero aprire nuovi fronti urbanistici stante una situazione di crisi del mercato edilizio che tiene ferma l’attuazione del vigente PRG?

La urgente necessità di far cassa alimenta la miopia politica della Giunta falconarese tanto da far dimenticare persino la storia geologica del territorio e ciò che è più scontato: non si costruisce in aree a dubbio di stabilità, ed il dubbio richiama l’urgenza di adottare il principio di precauzione!

Il fatto che sono stati i cittadini a ricordarlo con una petizione popolare al Sindaco ed ai suoi Assessori rappresenta l’ulteriore segnale che la città è conosciuta e sentita dai cittadini i quali – con evidenti competenze – hanno desiderio di essere ascoltati sul futuro da darle.

Un futuro che deve scaturire da una aperta discussione civica che metta al centro del dibattito una pianificazione territoriale che guardi e si integri con un’area territoriale vasta.

CiC ha iniziato a stimolare il dibattito sulla pianificazione del territorio con la conferenza di dicembre 2010. Cittadini in Comune continuerà, anche da sola, a pretendere una politica della pianificazione che parta da un’analisi sui problemi reali e miri a soluzioni in un ottica territoriale di area vasta.

Loris Calcina (capogruppo consiliare Lista Civile Cittadini in Comune – Falconara M.ma)

Commenti

3 Commenti a “URBANISTICA FALCONARA: il Sindaco Assessore tratta la città come fosse il tinello di casa sua”

  1. Staff il 3 Febbraio 2011 22:44

    Riceviamo e pubblichiamo il contributo del Geom. GianCarlo Sansò che ringraziamo.

    Il destino di Falconara è stato già scritto

    Leggiamo dalla grande Enciclopedia Universale Rizzoli Larousse –I mo volume, alla voce ANCONA :”i quartieri di costruzione più recente si estendono soprattutto verso Est, sino ad inglobare nell’area urbana i comuni di Falconara Marittima e Chiaravalle”

    Che il destino di Falconara fosse segnato da tempo si sapeva, ma che venisse anticipatamente scritto è forse troppo. E’ vero che la cittadina si sostiene a malapena su un solo piede di argilla e ipocritamente facciamo finta che non lo sia, ma è pur vero che se la gente scappa dalla città qualche cosa di serio ci deve pur essere.

    Falconara è consumata giorno dopo giorno da due germi che rispondono al “decadentismo e all’oscurantismo” Falconara ha una sua intrinseca struttura debole, una struttura di cartone.
    Non ha subito nel tempo “reali modifiche”, ma solo “DEFORMAZIONI PROGRESSIVE ORRIPILANTI” tali da innescare un processo di degrado irreversibile che ha mortificato il centro urbano e le periferie e il tutto… si è maturato a causa di una serie di “esposizioni confuse, precarie e babeliche di idee, accompagnate dall’inedia storica che ha finito per condire un piatto insipido, senza sale”.

    E’ stato violentato ripetutamente e per anni l’aspetto architettonico- urbanistico- ambientale, per poi passare a lanciare soluzioni “spagnole” per tentare di recuperare l’irrecuperabile, attingendo a ispirazioni di architetti “assai poco illuminati” che avrebbero dovuto ossigenare i rioni-quartiere, la periferia deturpata e stressata da un degrado insoluto lacerante gli ambienti da oltre mezzo secolo.

    I Ns solerti amministratori hanno continuato a tenere gli occhi chiusi, a sognare, a non vedere forse per troppa vergogna i guai fatti, a fare voli pindarici evitando così di porre i piedi a terra forse anche per nascondere alla propria coscienza le brutture avallate.

    La gente scappa da Falconara a ragion veduta e gli esempi non mancano: si lamentano i commercianti, così come i professionisti, gli artigiani e gli operatori turistici, gli operai e gli impiegati, le casalinghe,i pensionati ,i giovani e gli anziani e così via.

    Farse e commedie se ne sono viste così come attori, ruoli impropri, personaggi anomali e aspetti diversi a seconda dei momenti e ci siamo ripetutamente chiusi il naso, gli occhi e le orecchie, ma abbiamo ben compreso che dal Castello proviene da tempo un inutile rumore accompagnato da una nube tossica che ha ammorbato l’aria, che ha coinvolto l’intero territorio comunale e soffocato l’economia dell’Ente chiudendo ogni via di uscita.

    Tante, troppe intenzioni sulla carta; tanta e troppa pubblicità gratuita e di facciata per dire e non dire, per fare e non fare; per opere di bene espresse e prospettate e mai compiute.
    Tante, troppe avventure immobiliari senza senso e buon senso, giustificate da strategici, falsi ritorni caricate sulle spalle dei contribuenti; troppi pesi e contrappesi promossi attingendo ad avvitamenti contabili, ad interpretazioni soggettive delle regole dell’economia fondando speculazioni prive di giustificazione sulle tasche della cittadinanza.

    Oneri e pesi sono stati scaricati su “pantalone” che si è trovato così indebitato per due generazioni. La classe politica è apparsa insipida, molto distratta, disorientata, incapace di esprimere qualità, impegno professionale, concetti qualificati e costruttivi ed è venuta meno la fiducia del cittadino perché ha ben compreso che passando dalla “padella alla brace” non poteva emergere una scintilla creativa capace di aprire una nuova storia falconarese e così è andata anche persa la sfida di risanare Falconara difendendo solo l’esistente.

    Mentre ora si è alzata anche la spada di Damocle sulla testa dei falconaresi in attesa di discutibili “nuovi balzelli”, tutto sguazza nel conflitto : città e architettura; nuove linee e disponibilità reale delle superfici; sperimentazione e degrado; recupero o riqualificazione; sviluppo reale o ipotetico; utopica crescita o ancora un prossimo fallimento; declamato e/o auspicato progresso oppure ancora una irreversibile tragica regressione ?

    Nel frattempo l’Enciclopedia Universale Rizzoli Larousse, puntualmente aggiornata, per non sbagliare, vista la situazione falconarese, valutato il pro- e il contro, le tendenze politiche regionali, le strategie economiche territoriali e ambientali in essere, ha indicato il Comune di Falconara e Chiaravalle prossimi nuclei urbani costituenti l’ hinterland periferico del Comune di Ancona: ha forse errato ?
    Geom.GianCarlo Sansò

  2. elena il 4 Febbraio 2011 09:05

    Io sono l’esempio di Falconarese EMIGRATA 30 anni fa per la disperazione e lo sconforto provocati dallo stato del’arte qui descritto dal Geom. Sanso’.
    Tornata a casa, ho trovato l’ambiente notevolmente ed incredibilmente peggiorato.
    Falconara non ha un cinema,un teatro, un luogo di ritrovo, un centro per i giovani e per gli studenti, non ha strutture sportive di livello, neanche un bar wifi per passare mezz’ora,la spiaggia che d’estate diventa l’unica zona franca per passeggiare d’inverno giace gelata senza vita senza economia senza sviluppo, come se non esistesse. L’API che ha vergognosamente inquinato aria acqua e terra non ha mai pagato per i suoi misfatti nè ha ricompensato il territorio con benefit economici utili per il risanamento anche fisico delle persone ammalate per causa sua. Voglio ricordare Falconara come era 50 anni fa: ville nella pineta, bar animati e piste da ballo per l’estate all’aperto. Grazie Falconara per quello che ci hai dato in tempi antichi e forse per quello preziosi per la memoria di noi cittadini.
    Dott.Elena Ronconi

  3. Carlo il 5 Febbraio 2011 11:25

    Nello sconforto di Elena c’è tutto il senso del nostro impegno come lista civile.
    Io sono falconarese, figlio di falconaresi. La storia della mia famiglia è la storia di questa terra, ma ritengo che non dipenda da un fatto geneaologico l’orgoglio che ci muove a difesa della nostra città. E’ un fatto culturale.
    Possiamo considerare NOSTRO lo spazio della nostra proprietà catastale, del nostro interesse finanziario. E allora la Falconara che abbiamo di fronte è ciò che ci spetta – nè più ne meno. Oppure possiamo considerare NOSTRO il suolo che calpestiamo, il mare dove ci bagnamo, il cielo sopra di noi, l’aria che respiriamo e le storie dei vecchi che ci parlano del loro vissuto in questi luoghi… e allora la Falconara che avremo di fronte sarà un’altra, molto diversa e più bella di come si presenta ora. Forse assomiglierà a quella di un tempo o forse sarà completamente diversa. Ma di certo non saremo costretti a migrare. Di certo sarà la nostra casa.

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